Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo

“Fare del Mediterraneo uno degli spazi creatori
di un’umanitĂ  che vuole vivere insieme”

Palermo, 19 marzo 2022

Premesso che

  1. L’iniziativa “Verso una convenzione dei diritti nel Mediterraneo” si propone di raggiungere i seguenti obiettivi:

riconoscere le matrici comuni nella storia, nella geografia, nelle culture dei popoli del Mediterraneo per ridare centralità ad una identità mediterranea plurale assunta come base delle relazioni tra i popoli dell’area;

affermare una concezione del Mediterraneo come nuovo spazio creatore di una umanitĂ  che vuole vivere insieme;

strutturare una rete permanente tra i soggetti aderenti; diffondere e praticare esperienze di democrazia partecipata.

 

  1. I contenuti e le azioni di seguito declinati sono il frutto di una co- costruzione, espressione di cinque gruppi di lavoro tematici, densi di capacità utopica, in grado di orientare e prefigurare soluzioni atte a trasformare l’ordine esistente; e di un Patto Forte tra gli aderenti mirato a generare una Convenzione dei diritti nel Mediterraneo da proporre ai cittadini, alle organizzazioni sociali, alle istituzioni ad ogni livello.

 

Convenzione che:

guarda alla pace, alla salute, all’acqua, all’alimentazione, alla conoscenza, ai saperi, alle risorse culturali e ambientali quali beni comuni pubblici dei popoli del Mediterraneo, in una cornice che tenga conto di elementi trasversali quali: la sostenibilità globale, le differenze di genere, le diseguaglianze, la sicurezza, il cambiamento climatico.

Il tutto attraverso un approccio sistemico offerto dall’analisi della mobilità umana internazionale.

  1. I popoli del Mediterraneo non sono soltanto titolari di diritti ma costituiscono un soggetto geopolitico collettivo
  2. Una effettiva trasformazione sociale dei paesi mediterranei può passare solo da una presa di coscienza che rifiuti qualsiasi forma di colonialismo culturale e si fondi, con l’ausilio di una rete fitta e condivisa tra istituzioni locali ed espressioni della società civile, sull’incremento cosciente delle relazioni; sul rispetto del patrimonio culturale e ambientale; sull’eredità di una storia millenaria; sulla salvaguardia, recupero e valorizzazione delle identità e tradizioni locali.

 

Considerato che

 

 

il Mediterraneo oggi appare un’area pervasa da guerre e da conflitti interni a singoli paesi spesso alimentati da nazioni esterne all’area mediterranea;

i gruppi di potere dominanti nell’area, con il sostegno e a volte per conto di potenze straniere e aziende multinazionali, attuano strategie e politiche predatorie delle risorse che determinano incremento di povertà e diseguaglianze;

in atto è presente una ulteriore spinta alla privatizzazione dei beni comuni; nazionalismi esasperati ed estremismi ideologici condizionano sempre più le politiche degli Stati determinando chiusure e disumane pratiche di esclusione;

i grandi flussi migratori ci ricordano che le prime vittime del Cambio Climatico sono proprio coloro che fuggono dalla desertificazione; le prime vittime della guerra sono coloro che fuggono da conflitti locali; le prime vittime dell’insicurezza sono coloro che fuggono da paesi in cui la popolazione è condannata a subire violenze;

le sofferenze dei cosiddetti migranti inquietano e ci interpellano, richiedendo un possibile contributo ad un nuovo umanesimo e ad una Casa Comune;

il Mediterraneo continua ancora oggi ad essere un luogo nevralgico

dell’economia mondiale: attraverso le sue acque passa oltre il 15% dei traffici commerciali marittimi di tutto il Pianeta e il 20% del valore economico ad essi collegato e il suo ruolo di produttore di energia è in continuo aumento;

di fronte ad una entità come quella mediterranea diventa indispensabile che i popoli che la compongono riprendano la coscienza del loro essere e insieme la coscienza di luogo, tale da puntare alla crescita qualitativa dei loro territori, riconoscendone i valori, le tradizioni, i giacimenti patrimoniali, le identità, tutte condizioni per l’affermazione di autonomia e capacità di autogoverno;

la sostenibilità nei processi riguardanti la sovranità alimentare ed energetica, il governo collettivo dei beni comuni, i modelli produttivi e di consumo fondati sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’inclusione sociale, rappresentano il presupposto per affermare un modello di sviluppo non assistito ed etero diretto, ma autocentrato e capace di produrre relazioni solidali dentro le comunità e tra comunità diverse;

la partecipazione in tale contesto non rappresenta il pur indispensabile potenziamento della democrazia, ma diventa vero e proprio strumento di liberazione della vita quotidiana, della vita collettiva, pratica ordinaria di governo mirata alla creazione di benessere riferito alla qualità complessiva dell’esistenza di ognuna e ognuno.

 

Preso atto che

 

É il momento di un urgente, rinnovato, responsabile, cooperativo protagonismo dei soggetti sociali attivi dell’area mediterranea, in grado di creare o potenziare relazioni tra gruppi, associazioni, movimenti, istituzioni locali a forte vocazione democratica, per dare vita ad una vera e propria AgorĂ  degli abitanti del Mediterraneo e per creare una massa critica che spinga verso il cambiamento.

 

Alla luce di tali premesse e considerazioni

 

Noi, soggetti della societĂ  civile e Istituzioni Locali del Mediterraneo

 

Assumiamo

 

le LibertĂ  Individuale e Collettiva, la Pace Possibile, la Giustizia Sociale, la FraternitĂ  quali Orizzonti valoriali su cui fondare

 

un PATTO FORTE che

 

operi in direzione di un nuovo vivere insieme fondato sui diritti e sulle responsabilitĂ ;

contribuisca ad eliminare le diseguaglianze;

si opponga energicamente all’appropriazione privata delle forme di vita; agisca concretamente per l’affermazione del Diritto alla Democrazia, ovvero chi controlla che cosa, e del Diritto allo Sviluppo, ovvero a chi va il benessere prodotto dalla comunità;

mantenga un carattere dinamico, processuale e aperto ad altre istanze che si riconoscano nei riferimenti valoriali e negli obiettivi progettuali;

 

e conveniamo

 

sulle seguenti Idee Forza e sui Seguenti Percorsi.

  1. Mediterraneo: Casa comune, IdentitĂ  Plurale

“Per il riconoscimento e la narrazione di una storia comune mediterranea, nel rispetto delle diversità”

  • Elaborare e divulgare un tracciato narrativo del Mediterraneo che ne ripercorra la storia a partire dal XVIII secolo, ripensando la fase coloniale e post-coloniale e i suoi effetti;
  • realizzare un Atlante storico dei popoli del Mediterraneo;
  • conoscere, studiare, valorizzare le lingue e i dialetti parlati in tutta l’area;
  • immaginare una mappa del Mediterraneo, che raffiguri la circolaritĂ  dei paesi dell’area, provando a sovvertire anche simbolicamente le sponde e l’egemonia del nord sul sud.
  1. Ascolto, Conoscenza, Dialogo, Apprendimento Collettivo

“Bisogna conoscere l’altro per non averne paura”

  • Redigere schede conoscitive per ogni paese;
  • effettuare una ricerca/sondaggio per cogliere dal basso gli elementi caratterizzanti e comuni nel Mediterraneo;
  • creare occasioni di scambio interculturale e religioso, collegato quest’ultimo al diritto alla libertĂ  personale di fede e a quella sociale di pratica del culto;
  • promuovere occasioni di educazione informale;
  • attivare una Piattaforma on line che ci aiuti ad elaborare un tracciato narrativo del Mediterraneo;
  • contribuire fattivamente all’accesso equo e paritario ai mezzi digitali, garantendo privacy e

 

  1. Importanza di una Rete tra societĂ  civili e istituzioni locali

“Le società civili e le istituzioni locali abbiano più voce e più spazio nel dibattito pubblico accrescendo le loro relazioni”

  • Rafforzare la rete, garantendo la continuitĂ  e la partecipazione di altri soggetti della societĂ  civile mediterranea e delle istituzioni locali democratiche;
  • contribuire alla diffusione e al potenziamento delle reti informali della societĂ , consapevoli delle difficoltĂ  incontrate dagli organismi internazionali istituzionali;
  • promuovere e/o valorizzare opportunitĂ  di scambio e di conoscenza, in

particolare tra i giovani, anche attraverso piattaforme digitali;

  • innovare nelle forme e negli strumenti la cooperazione, considerato che in passato essa si è sviluppata spesso in modo squilibrato e unidirezionale (dai paesi del nord ai paesi del sud);
  • contrapporre ad un modello di relazioni fondato sulla supremazia di alcuni paesi su altri, uno fondato sulla cooperazione a partire dal riconoscimento dell’appartenenza ad una unica area mediterranea.

 

  1. Ruolo centrale delle donne

“Le donne risorse fondamentali per la pace e la democrazia”

  • Attivare progetti di promozione delle pari opportunitĂ  e di valorizzazione del ruolo della donna nella vita produttiva dei paesi dell’area, favorendo la mediazione interculturale tra donna e contesto, finalizzata all’emancipazione dal bisogno e dall’autonomia economica;
  • promuovere progetti e iniziative che favoriscano la partecipazione e

l’inclusione delle donne nei processi decisionali a tutti i livelli;

  • prevedere aiuti economici e sussidi didattici per favorire l’accesso alla istruzione di quante ne sono impedite per motivi economici o per particolari condizioni sociali;
  • promuovere l’accesso alle cure e ai servizi;
  • promuovere lo status delle donne e definire un codice di famiglia che ne garantisca i diritti.

 

  1. Sostegno ai giovani capitale del futuro

“Raccogliamo il grido che giunge dalle giovani generazioni”

  • Promuovere scambi culturali, periodi di formazione tra studenti delle UniversitĂ  del Mediterraneo, estendendo i confini del progetto Erasmus che potrebbe chiamarsi MedErasmus o ancor piĂą specificamente Al-Idrisi in onore del cartografo e geografo arabo del XII secolo, grande viaggiatore lungo tutti i paesi del Mediterraneo;
  • attivare scambi tra giovani, anche per finalitĂ  sociali e solidaristiche,

prevedendo un Servizio Civile Mediterraneo sul modello del Corpo Europeo di SolidarietĂ ;

  • favorire l’accesso a percorsi formativi a quei giovani che non riescono a

frequentare la scuola o l’università per motivi economici e condizioni sociali particolarmente disagiate, anche attraverso aiuti economici e sussidi didattici.

 

  1. Lotta alla povertĂ  e alle disuguaglianze sociali ed economiche

“E’ intollerabile l’aumento delle disuguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri e il livello crescente della povertà”

  • Riaffermare con forza il diritto al minimo vitale, di acqua e cibo, chiedendo il rispetto delle convenzioni internazionali;
  • promuovere e coinvolgere i paesi delle aree economicamente “depresse” ed a maggior tasso di migrazione in progettualitĂ  di creazione di mercati locali, di innovazione tecnologica e formazione professionale al fine di “attivare” il giovane capitale umano presente, potenziarne le capacitĂ  di autodeterminazione, mitigare il flusso migratorio derivante dalla mancanza di lavoro e prospettive;
  • porre grande attenzione verso la disabilitĂ . Promuovere il protagonismo

dei soggetti coinvolti e garantire pari opportunitĂ  di accesso.

 

  1. Riappropriazione, salvaguardia e valorizzazione da parte dei paesi che si affacciano nel Mediterraneo delle risorse regionali in un’ottica di sostenibilità globale che comprenda gli aspetti economici, sociali, ambientali e culturali

“Liberiamo il potenziale economico della regione a beneficio dei popoli e non degli interessi politici ed economici esterni all’area”

  • Favorire l’espansione delle fonti energetiche rinnovabili che trovano nel Mediterraneo un’area privilegiata per il loro sviluppo e sostenere il passaggio da un’economia fondata sui combustibili fossili ad un’economia verde;
  • sostenere lo sviluppo di strumenti finanziari quali il microcredito che

possano consentire di intraprendere attivitĂ  imprenditoriali;

  • promuovere il commercio di prossimitĂ  per mantenere attive le relazioni sociali e per favorire lo sviluppo delle piccole attivitĂ  locali in un’ottica di sostenibilitĂ ;
  • promuovere l’agricoltura di qualitĂ  e lo sviluppo rurale sostenibile;
  • favorire esperienze di turismo sostenibile;
  • individuare come questione cruciale quella finanziaria che, ove permanes- se nelle forme attuali, costituirebbe un serio vincolo a che i diritti possano essere riconosciuti e rispettati;
  • favorire le iniziative volte a contrastare, in una fase in cui le mafie si sono internazionalizzate, il loro inserimento sempre piĂą pervasivo nelle attivitĂ  economiche e nel controllo del territorio.

 

  1. Il Mare Nostrum grande risorsa da tutelare e valorizzare – Mare che unisce

“Il nostro Mar Mediterraneo una risorsa economica, sociale ed ambientale da valorizzare e tutelare per il benessere dell’umanità intera”

  • Costruire e promuovere un’economia blu per il Mediterraneo garantendo la salute del nostro mare, della costa e degli ecosistemi marini;
  • valorizzare la storia dei “Popoli del Mare” sostenendo gli organismi che possono svolgere funzioni di governo e di tutela della risorsa ittica e dello sviluppo costiero del Mediterraneo, in una prospettiva di cooperazione che sappia frenare i conflitti indotti da politiche nazionaliste;
  • cooperare insieme agli organismi internazionali per il governo e la sicurezza dei commerci e della navigazione e delle attivitĂ  di pesca;
  • elaborare progetti mirati per le cittĂ  portuali, da sempre crocevia di

innovazione, contaminazione, multiculturalità, naturalmente predisposte ad accogliere uomini e cose, che integrino, oltre gli scambi culturali, il tema della cura ambientale ed ecologica con quello della sicurezza per creare una “governance” del mare sicuro che favorisca una zona di libero scambio protetto;

  • favorire accordi tra Enti, Associazioni dell’area per la costituzione di una

Confederazione delle isole del Mediterraneo per il turismo itinerante e destagionalizzato;

  • porre al centro le questioni dei trasporti e dell’accessibilitĂ ;
  • promuovere una gestione sostenibile del mare e del litorale e fermare il degrado delle zone costiere;
  • sostenere la costruzione della “casa delle sonoritĂ  mediterranee”.

 

  1. Tutelare, e rendere disponibili a tutti, i beni comuni essenziali come l’acqua e il cibo

“Affermare i diritti umani essenziali alla qualità della vita ed all’esercizio di tutti i diritti dell’uomo”

  • Favorire il diffondersi di una cultura del bene pubblico, collegata alle risorse naturali, che contrasti l’uso delle risorse come strumento di pressione sulle popolazioni piĂą fragili;
  • sensibilizzare i cittadini del Mediterraneo per il superamento della “cultura

dello spreco”, in particolare di acqua e cibo, in favore di un maggiore benessere sociale e a tutela dell’ambiente;

  • contrastare la privatizzazione delle risorse comuni, quale ad l’acqua:

non si può privatizzare la vita a vantaggio dei profitti finanziari;

  • promuovere Consorzi Alimentari con un marchio made in Mediterraneo che valorizzi tutte le produzioni locali;
  • riaffermare il principio di SovranitĂ  Alimentare;
  • favorire la costituzione di Banche del

 

  1. La MobilitĂ  Umana Internazionale come Diritto Inalienabile

“Mai più stragi nel Mediterraneo. Garantiamo percorsi migratori sicuri e legali”

  • Rivendicare, oltre al diritto di emigrare come sancito dall’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, attualmente firmata da tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite, anche il corrispondente diritto a immigrare, ad essere accolto;
  • sperimentare modelli di governo delle migrazioni che sbarrino la strada ai

trafficanti del mare, anche con il coinvolgimento della societĂ  civile organizzata, consentendo ricongiungimenti familiari e aprendo le porte ai corridoi umanitari;

  • diffondere nei paesi di destinazione dei flussi migratori la cultura

dell’integrazione territoriale, favorendo lo sviluppo delle competenze necessarie al suo governo;

  • sollecitare l’Unione Europea per l’istituzione di un RESCUE european civil service

(RECS), Servizio Civile Europeo di Salvataggio in mare e in terra, per difendere prioritariamente il Diritto alla Vita, insieme ai soggetti che si impegnano in tale direzione.

 

  1. Mediterraneo area di pace smilitarizzata

“Per un Mediterraneo senza armi apriamo sentieri di pace”

  • Rivendicare la neutralitĂ  della Regione Mediterranea, l’applicazione delle risoluzioni di pace dell’ONU, il pieno rispetto della dignitĂ  umana, proteggendo i piĂą fragili, ponendo fine alle situazioni di apartheid ed all’utilizzo della carestia e della sete quale arma di guerra;
  • rivendicare un cessate il fuoco generalizzato immediato e l’avvio di

trattative per la smilitarizzazione e denuclearizzazione del Mediterraneo Zona Neutrale;

  • vietare le armi nucleari, le armi chimiche e le armi di distruzione di massa;
  • esercitare il diritto alla pace e ad una sana convivenza civile in cui i conflitti vengano regolati senza l’uso della forza, della violenza, delle armi, degli eserciti;
  • progettare iniziative mirate alla liberazione dei popoli del Mediterraneo

dalle potenze militari esterne e da forze coloniali interne che non possono decidere dei destini delle popolazioni locali;

  • esercitare un controllo democratico dal basso sulle spese militari dei

paesi del Mediterraneo;

  • favorire l’interculturalitĂ  e il dialogo interreligioso per la crescita di una cultura della pace contro il fondamentalismo religioso e la cultura della

 

  1. Diritto alla salute e accesso alle cure

“Senza un’etica mondiale, che nei fatti rispetti il diritto universale alla salute di tutti i suoi abitanti, ognuno di noi resta a rischio”

  • Potenziare l’impegno dei popoli mediterranei per la sospensione/aboli- zione dei brevetti per i vaccini da considerare “beni comuni”;
  • intraprendere iniziative per il potenziamento dei sistemi sanitari con investimenti forti in “primary health care” e nell’affrontare fenomeni pandemici;
  • attivare campagne di Educazione alla salute (educazione sessuale, malattie sessualmente trasmissibili, igiene alimentare);
  • attivare/potenziare i “Centri della salute”;
  • contribuire alla ricerca su correlazione tra cambio climatico e malattie;
  • intraprendere iniziative a sostegno del diritto alla formazione sanitaria;
  • rafforzare l’attivitĂ  di partnership e di crescita condivisa dei sistemi sanitari dello spazio euromediterraneo con il rilancio della cooperazione multilaterale e bilaterale;
  • richiedere con forza l’incremento dei budget per la

 

  1. CittĂ  e ComunitĂ  sostenibili

“La sostenibilità delle aree urbane è obiettivo fondamentale per lo sviluppo della regione mediterranea”

  • Considerare le cittĂ  e le comunitĂ  luoghi di sviluppo sostenibile e di sperimentazione della democrazia partecipata;
  • attivare comunitĂ  energetiche;
  • evitare il consumo del terreno agricolo;
  • sensibilizzare al risparmio dell’acqua;
  • assumere la progettazione condivisa e la partnership per obiettivi quali elementi chiave dell’agire trasformativo;
  • promuovere iniziative mirate alla semplificazione amministrativa e alla approvazione/applicazione di norme anticorruzione.

 

  1. L’informazione bene comune, fondamento della democrazia “Stranamente non          abbiamo           mai   avuto  più      informazione     di             adesso,        ma continuiamo a non sapere che cosa succede”
    • Pretendere un’informazione piĂą libera, piĂą autonoma, piĂą attenta alla voce dei popoli che a quella dei governi;
    • sostenere gli organi di informazione indipendenti piĂą attenti ai temi e alle questioni internazionali.

 

NOI SOTTOSCRIVIAMO

NOUS SOUSCRIVONS

WE SUBSCRIVE

 

Fatto a Palermo, il 19 marzo 2022, in italiano, francese, inglese e arabo, i quattro testi facenti ugualmente fede, in un unico esemplare che verrĂ  depositato negli archivi dell’Associazione Un’altra storia. Il Presidente dell’Associazione ne invierĂ  una copia certificata conforme a ciascuna Parte contraente della Convenzione.