Lettera aperta ai Governi dei Paesi Mediterranei in occasione del 1° gennaio, giornata mondiale della pace

Siamo cittadine e cittadini del Mediterraneo, riuniti nella Convenzione dei diritti del
Mediterraneo, sottoscritta a Palermo in data 19 marzo 2022, da 97 persone, provenienti da 20
Paesi che si affacciano nel nostro Mare. L’intento della Convenzione è di creare una Comunità
permanente di confronto e collaborazione in grado di ridare centralità all’identità mediterranea
e farne uno spazio creatore di umanitĂ  e di democrazia partecipata.
Sindaci, Associazioni, PersonalitĂ  del mondo della cultura, sono impegnate per realizzare
legami sempre piĂą stretti tra la societĂ  civile del Mediterraneo e le Istituzioni nazionali.
Oggi più che mai è indispensabile che questa area del mondo, culla di una delle civiltà più
antiche, con patrimoni storici, artistici, culturali, paesaggistici straordinari, unisca le proprie
forze per contribuire allo sviluppo sociale e civile, come esempio di pacifica e fruttuosa
convivenza.
Il Mediterraneo deve diventare un’area di pace, di vera cooperazione, di rifiuto delle logiche
violente ed oppressive che stanno mettendo in serio pericolo l’umanità.
Vorremmo vedere coronata l’aspirazione unanime dei popoli delle Nazioni che Voi
rappresentate di un futuro rivolto esclusivamente al benessere delle persone, degli animali,
dell’aria e dell’acqua.
LibertĂ , rispetto delle differenze e delle identitĂ  collettive ed individuali, accoglienza,
fratellanza, amore per la Terra e i suoi abitanti di tutte le specie, sono le caratteristiche che
uniscono i popoli del Mediterraneo.
Le guerre, le occupazioni, i conflitti locali, la violenza, la sopraffazione, causano sofferenze
indicibili a chi le subisce.
Chiediamo un impegno profondo dei Vostri Governi ad avviare un processo che porti a
dichiarare il “Mediterraneo mare di pace, che unisce i popoli e le loro culture”. Un Mediterraneo
denuclearizzato, demilitarizzato, neutrale.
La minaccia di un conflitto nucleare che porterà alla distruzione dell’umanità è molto forte e
concreta.
Dopo il fallimento della guerra lampo In Ucraina, avviata il 24 febbraio scorso da una folle
decisione delle AutoritĂ  russe, dovuto alla forte reazione del popolo ucraino e ai massicci aiuti
di armi e mezzi forniti dalla Nato e dalla UE stanno precipitando il mondo verso la catastrofe
di una generalizzata guerra mondiale.
La pace va preservata attraverso il negoziato, non ricercando una impossibile vittoria totale.
La guerra è solo l’esito più evidentemente catastrofico di un sistema sociale, culturale ed
economico intrinsecamente distruttivo e biocida. Un sistema malato di aviditĂ . Ossessionato
dalla crescita dei valori economici e che spinge alla competizione permanente per
l’accaparramento delle risorse e dei mercati, provocando, oltre alle guerre, il surriscaldamento
globale, la distruzione della biodiversità, l’avvelenamento dei mari, dell’aria, della terra, le
pandemie da zoonosi.
Tutte le imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti e di mezzi si stanno
arricchendo, dirottando risorse dall’economia civile. L’economia di guerra diventa la
continuazione e il prolungamento dell’economia di mercato. Si evidenzia sempre più
l’integrazione tra sistemi di “produzione” e sistemi di “distruzione” in una logica di
competizione sempre piĂą distruttiva.
Occorre emanciparsi da tutto ciò che genera la guerra, essa non è addomesticabile,
regolamentabile, giurisdizionabile. La guerra è un crimine.
La guerra secondo noi, cittadini del Mediterraneo, va abolita in radice, attraverso il completo
disarmo, a partire dalle armi nucleari, antiuomo, chimiche, batteriologiche, robotizzate, al
fosforo bianco, all’uranio impoverito. La sola forma efficace di dissuasione e di prevenzione
della guerra è la proibizione dell’uso delle armi.
Le guerre operano una distruzione sistematica delle strutture e delle infrastrutture, compresi
depositi, fabbriche, centrali energetiche, generando ogni tipo di inquinamento. La presenza di
centrali nucleari attive o dismesse sul terreno della guerra costituisce di per sé un pericolo a
scala globale. Nemmeno le campagne e gli ecosistemi vengono risparmiati dalla furia della
guerra, la fauna selvatica viene sterminata. La biodiversitĂ  azzerata.
Le guerre sono un olocausto di vite umane e non umane, uno spreco gigantesco di beni
economici e di risorse pubbliche, un aggravamento indicibile delle condizioni ambientali
naturali, un fattore determinante del biocidio in atto, del superamento dei limiti ecologici
planetari del sistema Terra.
Dai popoli del Mediterraneo si alza una voce potente che chiede: Pace e ProsperitĂ  delle
ComunitĂ .
Come parte del Movimento Internazionale per la giustizia ecologica e sociale ci sentiamo parte
del movimento di disobbedienza civile non violento contro la guerra, il riarmo, il nucleare.
Per far vincere la Pace occorre far leva sulle risorse culturali, sulla ragionevolezza, sull’ethos
democratico, sulla volontĂ  di giustizia che animano le persone e che persistono anche quando
vengono oppresse.
Ci rivolgiamo a Voi, Ambasciatori delle Nazioni del Mediterraneo per avviare un processo che
porti ad una Conferenza di Pace nel Mediterraneo. La SocietĂ  civile sosterrĂ  con tutte le sue
forze tutti gli sforzi che compirete in questa direzione.
Grazie per la Vostra attenzione
Mar Mediterraneo, 1° gennaio 2023
La Convenzione dei diritti del Mediterraneo.